È la primavera del 1971. Un gruppo di ventenni di buona famiglia e di buone letture lascia Torino per stabilirsi a Ponte a Egola in Toscana, in un casale abbandonato. L’idea è quella di rompere con le organizzazioni politiche e praticare nel vissuto quotidiano la rivoluzione. Di fatto quella di Ponte a Egola diventa una comune.